L’ACT sfida la convenzione tipica della cultura occidentale che con l’adeguato impegno e contesto ciascuno di noi sarà in uno stato di completo benessere. La conseguenza di questo ingannevole presupposto è l’idea che la sofferenza sia “anormale”. Gli psicoterapeuti che seguono il modello dell’ACT condividono la convinzione che la sofferenza, così come la felicità, siano “normali” e facciano parte della vita di ogni individuo e per questo non possono che essere accolte e accettate. Infatti, scopo del percorso terapeutico non è l’eliminazione del sintomo e della sofferenza. In realtà, molto del disagio e della fatica derivano proprio da continui ed estenuanti tentativi della persona di fuggire, distrarsi da o controllare pensieri ed emozioni. Facendo spazio a ciò che si prova, si pongono le fondamenta per l’accettazione e per una maggiore flessibilità psicologica.

Oltre che sull’accettazione, l’ACT pone grande enfasi su valori, perdono, la compassione, il vivere in il momento presente in piena consapevolezza.

Durante la seduta, oltre allo strumento del colloquio clinico, i terapeuti propongono esercizi esperienziali e di mindfulness, metafore ed esercizi volti a far emergere i valori delle persone, ciò a cui maggiormente e profondamente attribuiscono importanza. E sono proprio i valori a fare da bussola nell’ individuare quei comportamenti che possono condurre le persone verso una vita vissuta pienamente. Quindi, lo scopo della terapia ACT non è eliminare la sofferenza ma ampliare la possibilità di scelta e promuovere il benessere psicologico e la salute mentale attraverso comportamenti coerenti con ciò che sta loro a cuore.

La letteratura scientifica ha messo in evidenza l’efficacia della terapia ACT in una vasta gamma di condizioni cliniche, tra cui depressione, stress lavorativo, dolore cronico e ansia.

Harris R. (2011). Fare ACT. Franco Angeli: Milano
Harris R. (2010). La trappola della felicità. Ericsson
Hayes, S. (2020). La mente liberata. Come trasformare il tuo pensiero e affrancarti dallo stress, ansia e dipendenze. Giunti, Firenze.

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