SUPPORTO ALL’AFFERMAZIONE DELL’IDENTITÀ DI GENERE

Disforia di genere

Quando una persona avverte una non corrispondenza tra il genere assegnato alla nascita sulla base dei propri genitali e il sentimento intimo e precoce di appartenenza a tale genere, può originarsi un disagio che prende il nome di Disforia di genere

Riferendosi alla Disforia di genere , anziché al Disturbo dell’Identità di Genere, si punta finalmente l’attenzione più al disagio affettivo e cognitivo provato in relazione al genere assegnato biologicamente e inoltre ci si concentra sulla disforia come problema clinico e non sull’identità in sé. Sono infatti l’entità del disagio avvertito e le sue ripercussioni ciò che determinano la presenza di un quadro clinicamente significativo. Questo è un grande cambiamento, se consideriamo che nella precedente versione del DSM (Il Manuale Diagnostico e Statistico che elenca e definisce i disturbi mentali) il Disturbo dell’Identità di Genere si focalizzava sulla percezione di una identità diversa dal sesso biologico, senza considerare il disagio del soggetto.

Nel DSM 5 i criteri diagnostici si distinguono in criteri riferiti a bambini e criteri riferiti ad adolescenti e adulti. In linea di massima, i criteri per individuare la disforia di genere sono i seguenti:

  • Marcata incongruenza tra genere esperito e caratteristiche sessuali primarie/secondarie.
  • Forte desiderio di liberarsi delle proprie caratteristiche sessuali primarie e/o secondarie a causa della marcata incongruenza col genere esperito.
  • Forte desiderio per le caratteristiche sessuali del genere opposto.
  • Forte desiderio di appartenere al genere opposto.
  • Forte desiderio di essere trattato come un membro del genere opposto.
  • Forte convinzione di avere sentimenti e reazioni tipici del genere opposto.
  • La condizione dev’essere associata inoltre a sofferenza clinicamente significativa o a compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.

L’intervento psicologico nella Disforia di genere

È doveroso premettere che che negli Standards of Care della World Professional Association for Transgender Health (WPATH) la psicoterapia non è considerata un requisito necessario per ottenere l’intervento chirurgico (Meyer e coll., 2011). Non tutte le persone transgender, infatti sviluppano un disagio tale da richiedere un trattamento.

L’incongruenza di genere non è da considerarsi come la manifestazione clinica di un disturbo psichiatrico. Tuttavia, nel percorso di affermazione di genere  che alcune persone transgender intraprendono, può essere coinvolto anche un medico con specializzazione in psichiatria. In particolare, lo psichiatra può collaborare con il collega psicologo  nel processo di comprensione dell’origine del disagio riferito dalla persona.

La pianificazione del trattamento di problemi legati al genere dipende da numerosi fattori tra cui la fase di sviluppo dell’identità transessuale, la conoscenza che la persona ha delle diverse opzioni  e la presenza di eventuali altre sintomatologie o problemi psicosociali. E’ importante infatti che, prima di trattare le questioni relative all’identità transessuale, si affrontino eventuali condizioni più urgenti che possono impattare sul benessere della persona e in qualche modo ostacolare il corretto svolgimento del trattamento della Disforia di genere

Il percorso di supporto all’affermazione dell’identità sessuale e di genere adottato presso i Centri di Psicologia Clinica comprende cinque fasi:

  1. Valutazione;
  2. Gestione di eventuali sintomi (ansia, depressione, disturbi alimentari);
  3. Esplorazione dell’identità sessuale e di genere;
  4. Gestione delle dinamiche emotive e relazionali durante il processo di transizione;
  5. Follow up dopo la transizione.

 

All’interno del percorso terapeutico con i pazienti con Disforia di genere viene data particolare rilevanza all’esplorazione della storia di genere e dello sviluppo dell’identità transessuale per dare l’opportunità al soggetto di ristrutturare cognitivamente eventi significativi, validare le sue emozioni e rafforzare il senso di Sé.

Un’altra area su cui è bene focalizzarsi in terapia è la transfobia interiorizzata, cioè quell’insieme di sentimenti e atteggiamenti negativi che una persona può provare nei confronti della propria transessualità.

Una volta che sono stati trattati questi aspetti e che la persona  ha deciso come gestire la sua disforia e la sua espressione di genere, la terapia si focalizza sul supporto dell’individuo nell’attuazione del suo progetto.

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