PSICOTERAPIA INDIVIDUALE
Obiettivo della Psicoterapia è il superamento della sofferenza emotiva e il raggiungimento di un maggior benessere psicologico attraverso la consapevolezza dei propri meccanismi di funzionamento, una ristrutturazione dell’identità e l’elaborazione di un nuovo atteggiamento verso se stessi e verso il modo, favorendo così una maggiore stabilità emotiva e una migliore capacità di fronteggiare gli eventi.
DISTURBI TRATTATI
Disturbi d’Ansia
Un livello moderato di ansia di fronte a situazioni che potrebbero rappresentare un pericolo è del tutto normale. Si parla invece di Disturbo d’Ansia quando questa reazione si manifesta in modo continuato, anche in assenza di stimoli, e in misura sproporzionata alle circostanze.
L’ansia può assumere varie forme: dalle Fobie, ossia la costante e irrazionale paura rispetto ad oggetti o situazioni particolari (ragni, luoghi chiusi, ecc.), al Disturbo Ossessivo-Compulsivo, caratterizzato da idee fisse che continuano a ripresentarsi alla mente della persona, che a volte cerca di esorcizzarle attraverso “rituali”, come ad esempio la ripetizione di determinati gesti, che prendono il nome di compulsioni, agli Attacchi di Panico, che sono caratterizzati dall’improvviso verificarsi di un senso di terrore senza alcun motivo apparente, accompagnato da intensi sintomi psicofisici come la difficoltà respiratoria, la tachicardia, tensione muscolare ecc.
Disturbi dell’Umore
La Depressione è un disturbo caratterizzato da un persistente abbassamento del tono dell’umore accompagnato da una tristezza quasi quotidiana. Le persone che soffrono di Depressione si sentono giù, con umore e pensieri spesso negativi, tanto da non riuscire a godersi più nulla della propria vita.
Normalmente succede che le persone che soffrono di questo disturbo ne presentino anche altri quali: aumentato o diminuito appetito, alterazione del ciclo sonno-veglia, rallentamento motorio o al contrario marcata agitazione (parliamo in questo caso della fase maniacale della Depressione Bipolare), affaticabilità, ridotta capacità di concentrarsi, forti sentimenti di svalutazione e, nei casi peggiori, tendenza a pensare al suicidio.
Disturbi dell’Alimentazione
Indicano alterazioni nel comportamento alimentare e/o strategie comportamentali volte al controllo del peso.
L’individuo mostra un’eccessiva attenzione nei riguardi del peso, dell’alimentazione, del corpo e mette in atto strategie come un’alimentazione disordinata, restrittiva, sregolata ed eccessiva, in alcuni casi accompagnata da attività fisica esagerata, o condotte eliminatorie, oppure uso di lassativi o diuretici. Il vissuto corporeo è quello di sentirsi inadeguati e socialmente non accettabili.
Disturbo Post-Traumatico da Stress
La parola trauma deriva dal greco e significa “ferita”: il trauma psicologico può essere quindi definito come una “ferita dell’anima”.
Per Trauma si intende un’esperienza in cui il soggetto si è trovato di fronte ad un evento potenzialmente mortale, con pericolo di morte o di gravi ferite, ad una minaccia alla propria integrità fisica o a quella altrui.
La risposta del soggetto comprende paura intensa, vulnerabilità e impotenza.
E’ utile premettere che in tutte le persone è innato un sistema fisiologicamente orientato ad elaborare l’esperienza traumatica in un’ottica di autoguarigione. Le risposte che seguono questi eventi possono spaziare dal completo recupero in un breve periodo di tempo (circa tre mesi) fino ad arrivare a reazioni invalidanti che impediscono alla persona di continuare a vivere la propria vita come prima dell’evento.
I cluster di sintomi più evidenti che si possono riscontrare riguardano (DSM V):
1) sintomi di evitamento (tentativi di evitare luoghi, situazioni o persone che ricordano l’evento traumatico)
2) sintomi intrusivi (immagini e flashback dell’evento)
3) sintomi da eccessiva attivazione psicologica (comportamento irritabile, esplosioni di rabbia, comportamento autodistruttivo, esagerate risposte di allarme, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno)
4) ottundimento emotivo e immagine di sé negativa (amnesia verso parti importanti dell’evento, marcata riduzione di interesse verso attività significative, sentimenti di distacco ed estraneità verso gli altri, incapacità a provare emozioni positive, convinzioni negative relative a se stessi)
Se la sintomatologia persiste per più di un mese dall’evento traumatico, si può parlare di Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD).
Gli obiettivi del trattamento psicoterapico in questi casi sono:
- Incrementare le capacità integrative del paziente in modo che le esperienze traumatiche rimaste dissociate possano essere assimilate
- Aumentare il funzionamento sociale
- Diminuire gli effetti disorganizzanti di episodi attivanti sul piano emotivo
All’interno di una relazione terapeutica di fiducia, le metodologie attraverso cui si possono raggiungere questi obiettivi sono diverse e possono variare in base alla storia e ai sintomi del paziente:
- Colloquio clinico
- Lavoro sulla finestra di tolleranza emotiva
- EMDR
- Psicoterapia sensomotoria
- Mindfulness
Disturbi dello Spettro Ossessivo
Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è generalmente caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni, anche se, in alcuni casi, si possono presentare ossessioni senza compulsioni e viceversa. Le ossessioni sono pensieri, immagini mentali o impulsi che si manifestano ripetutamente nella mente di una persona e che sono percepiti come sgradevoli ed intrusivi. Le compulsioni, dette anche rituali, sono invece dei comportamenti ripetitivi (es. lavarsi le mani, controllare se lo sportello della macchina è stato chiuso, riordinare) o delle azioni mentali (es. contare, pregare, ripetere formule superstiziose), messi in atto per ridurre il senso di disagio e l’ansia provocati dai pensieri ossessivi.La compulsione, dunque, riduce l’ansia, produce sollievo e dà un senso di relativa sicurezza, anche se dura poco tempo.
Con il termine “Spettro Ossessivo” si intende una nuova categoria di disturbi inclusi nella diagnosi di disturbo ossessivo-compulsivo. Rientrano in questa nuova categoria i seguenti disturbi.
Disturbo da Accumulo
Disturbo da Dismorfismo Corporeo
Tricotillomania
Disturbo da Escoriazioni (Skin Picking)
Disturbi Dissociativi
Di fronte ad un evento traumatico o a traumatizzazione cronica (es. ripetuti episodi di traumi relazionali come può accadere ad esempio in infanzia), la nostra mente mette in atto dei processi di disorganizzazione che inizialmente sono funzionali al superamento del trauma (es. distanziamento, distacco emotivo), ma che alla lunga possono portare a mettere in atto comportamenti disfunzionali per se stessi e nelle relazioni con gli altri.
Per dissociazione si intende, quindi, una mancata integrazione dell’esperienza nel pensiero, nel corpo, nella memoria e nel senso di identità dell’individuo.
Secondo il DSM V rientrano tra i disturbi dissociativi:
- Amnesia dissociativa (incapacità a ricordare importanti informazioni autobiografiche – come ad esempio un matrimonio, un viaggio importante o la nascita di un figlio – o o ad accedere a ricordi riguardanti una specifica fascia d’età o un luogo)
- Fuga dissociativa (allontanamento improvviso da casa in evidente stato confusionale e con incapacità a ricordare informazioni autobiografiche importanti)
- Depersonalizzazione (sensazione di distacco da se stessi, di anestesia dal dolore o da altri aspetti emotivi, senso di non appartenenza di alcune parti del corpo)
- Derealizzazione (senso di distacco e irrealtà rispetto all’ambiente circostante, senso di “perdita del tempo”)
Una considerazione a parte va fatta per la dissociazione strutturale, vale a dire quelle situazioni cliniche in cui, in seguito ad eventi traumatici la personalità dell’individuo si suddivide in parti: una parte “normale” che continua a vivere nel presente e ad occuparsi delle attività quotidiane e una parte “emotiva” che si attiva invece quando ci si trova ad affrontare situazione anche solo minimamente stressanti e che porta all’attivazione di strategie di difesa esperite al momento del trauma.
Gli obiettivi del trattamento psicoterapico in questi casi sono:
- Incrementare le capacità integrative del paziente in modo che le esperienze traumatiche rimaste dissociate possano essere assimilate
- Aumentare il funzionamento sociale
- Diminuire gli effetti disorganizzanti di episodi attivanti sul piano emotivo
All’interno di una relazione terapeutica di fiducia, le metodologie attraverso cui si possono raggiungere questi obiettivi sono diverse e possono variare in base alla storia e ai sintomi del paziente:
- Colloquio clinico
- Lavoro sulla finestra di tolleranza emotiva
- EMDR
- Psicoterapia sensomotoria
- Mindfulness
Disturbi di Personalità
Ciascuno di noi possiede dei tratti di personalità peculiari, che ci caratterizzano e che ci permettono di relazionarci con le altre persone e di reagire agli eventi che accadono in maniera più o meno efficace. In generale, maggiore è la nostra capacità di adattarci ai cambiamenti, maggiore sarà la possibilità di mantenere un livello di benessere psico-fisico soddisfacente.
Quando la modalità di una persona di percepire e reagire agli eventi è eccessivamente rigida, inflessibile e inizia a compromettere il funzionamento interpersonale e/o lavorativo, si parla di Disturbi di Personalità. In questo caso, gli individui che ne sono affetti tendono a rispondere in modo inappropriato alle difficoltà della vita, mettendo in atto modalità disfunzionali quali distorsioni del pensiero, risposte emotive problematiche, ridotta (o eccessiva) regolazione degli impulsi e difficoltà interpersonali.
L’esordio di tali modalità disadattive avviene in genere durante l’adolescenza o nella prima età adulta e tali modalità tendono poi a rimanere stabili nel tempo.
Storicamente i Disturbi di Personalità vengono raggruppati in tre Cluster:
- Cluster A: disturbi caratterizzati da ritiro emozionale e stranezza comportamentale (Paranoide, Schizoide e Schizotipico)
- Cluster B: disturbi caratterizzati da instabilità, alta emotività e drammaticità (Borderline, Istrionico, Narcisistico e Antisociale)
- Cluster C: disturbi caratterizzati da ansia, sottomissione e condotte di evitamento (Evitante, Dipendente e Ossessivo-Compulsivo)
Trattandosi di tratti stabili di personalità, la terapia farmacologica ha poco effetto, sebbene spesso venga utilizzata con beneficio per gestire i sintomi ansiosi, depressivi o di discontrollo degli impulsi collegati al disturbo di base. Il setting terapeutico risulta quindi essere il trattamento d’elezione al fine di modificare e flessibilizzare i rigidi meccanismi di funzionamento che regolano le relazioni interpersonali del paziente.
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