La popolazione universitaria risulta particolarmente esposta a fattori di rischio psicologico quali stress accademico, ansia da prestazione, incertezza occupazionale e isolamento sociale. Negli ultimi decenni si è assistito ad una crescente attenzione verso la salute mentale degli studenti universitari che, secondo diverse ricerche, sono soggetti ad ansia, depressione, burnout e difficoltà di concentrazione, con impatti significativi sulla qualità della vita e sul rendimento accademico. Sessioni d’esame intense, aspettative familiari, precarietà economica e incertezza sul futuro professionale sono solo alcune delle pressioni che possono mettere a dura prova l’equilibrio psicologico degli universitari.

La Mindfulness, come pratica integrata in ambito clinico o con scopo di prevenzione e promozione del benessere psicologico, si è sempre più affermata negli ultimi decenni. È stata proposta anche in ambito universitario, per fornire uno strumento agli studenti in difficoltà. Infatti, interventi basati sulla Mindfulness attraverso protocolli strutturati, oppure ritagliati su misura all’interno di un percorso individuale, possono fornire preziosi strumenti di consapevolezza alla persona che la pratichi. Questo vale anche per la qualità dell’esperienza universitaria, tanto in termini relazionali ed emotivi quanto prettamente prestazionali.

Cos’è la Mindfulness?

La Mindfulness origina da filosofie e principi orientali e fa il suo ingresso nel contesto clinico occidentale negli anni ’70 attraverso l’insegnamento del biologo Jon Kabat-Zinn, che propose delle pratiche e dei protocolli laici scientificamente validati per il trattamento di pazienti affetti da stress e dolore cronico.

Nello specifico, si tratta di pratiche di consapevolezza che permettono di radicarsi al momento presente grazie all’esercizio e all’allenamento di quello che possiamo chiamare “muscolo attentivo”, vale a dire la capacità innata della mente umana di orientare la propria attenzione. Un elemento centrale è l’assunzione di un’attitudine non giudicante, ossia stare nell’esperienza (anche quando caratterizzata da pensieri, emozioni o sensazioni difficili) accogliendo quel che c’è senza giudicarsi.

Grazie a numerosi studi di neuroimaging si è potuto osservare come le differenti pratiche meditative ereditate dalla tradizione orientale attivino meccanismi neurali diversificati. Di conseguenza, gli effetti della pratica possono interessare varie funzioni, generando benefici a cascata sul benessere psicofisico generale. Ad esempio, esistono pratiche maggiormente orientate sul focus attentivo, oppure più centrate sulla prevenzione della reattività emozionale e il potenziamento del monitoraggio dell’esperienza, o ancora sul favorire una relazione più compassionevole e gentile verso sé stessi.

Perché gli studenti universitari?

In un mondo universitario sempre più competitivo e veloce, la Mindfulness rappresenta un invito a rallentare, ascoltarsi e prendersi cura della propria salute mentale. Non è una panacea né una moda passeggera, ma un approccio sostenibile e validato scientificamente per coltivare equilibrio e consapevolezza. Per studenti che vogliono affrontare gli anni universitari non solo come un percorso di studio, ma anche come un’opportunità di crescita personale, la Mindfulness può essere una preziosa alleata.

Dal benessere…

Gli studi dimostrano che una pratica regolare agisce sui sintomi dell’ansia promuovendo calma interiore e riducendo lo stress.  In particolare, è emerso che programmi di breve durata (4-8 settimane) mostrano effetti significativi nella riduzione dei sintomi d’ansia generalizzata e di tipo depressivo.

Si è anche osservata una maggiore resilienza emotiva: imparare a monitorare i propri pensieri senza identificarvisi o lasciarsi travolgere da essi aiuta infatti ad affrontare le difficoltà con più lucidità. In particolare, gli studenti che praticano regolarmente Mindfulness riportano una maggiore capacità di fronteggiare le difficoltà emotive e una percezione più positiva del proprio percorso formativo.

… Alla perfromance

L’allenamento consapevole dell’attenzione, inoltre, consente di essere più presenti nello studio e meno soggetti a distrazioni, generando un miglioramento dell’attenzione focalizzata, della concentrazione e della memoria. Queste funzioni sono fondamentali non solo per l’apprendimento, ma anche per sostenere gli esami.

Infine, un approccio mindful può prevenire il burnout accademico, poiché contrasta l’automatismo con cui spesso ci si sovraccarica e favorisce un atteggiamento più equilibrato verso studio e prestazioni.

Integrare la Mindfulness e la vita universitaria

Non è necessario diventare esperti di meditazione per trarre beneficio dalla Mindfulness. Pratiche semplici svolte con costanza possono fare la differenza: per esempio, dedicare 5 minuti al giorno ad esercizi di respirazione consapevole può aiutare a calmare la mente.

Si può trarre beneficio anche da tecniche che aiutano a monitorare il benessere del corpo, come ad esempio la pratica di Body-scan che permette di individuare eventuali tensioni a livello fisico. Inoltre, favorire il contatto con il qui e ora contribuisce a contrastare ruminazione, rimuginio e over-thinking che risucchiano le energie e impattano negativamente sulle emozioni.

Un’opzione valida è quella di integrare la pratica nella propria vita quotidiana nei momenti di stacco dallo studio o in semplici attività come una camminata consapevole. Esistono numerose applicazioni per smartphone che offrono meditazioni guidate adatte anche ai principianti che, soprattutto se inserite nel contesto di un percorso più strutturato, possono risultare validi alleati.

In definitiva la Mindfulness, se integrata nella vita quotidiana o supportata da interventi psicologici basati sull’evidenza, può rappresentare una risorsa preziosa per promuovere il benessere psicologico degli studenti universitari. Si tratta di un vero e proprio cambiamento di paradigma nella relazione con l’esperienza interna, con potenziali effetti positivi sia sul piano individuale che di rendimento accademico.

Rivolgersi a un professionista

Nello scenario odierno, costellato da miriadi di proposte accattivanti e pubblicità fuorviante, è importante riconoscere la qualità formativa di chi eroga il servizio. Quest’accortezza è fondamentale per evitare di incappare in proposte che, oltre a non fornire strumenti validi per fronteggiare le proprie difficoltà, rischiano di peggiorare i sintomi o di divulgare una visione falsata e poco efficace della Mindfulness.

Esistono poi differenze individuali per cui questo tipo di intervento può non incontrare le esigenze o le attitudini di chi intraprende un lavoro personale e può non essere adatto a tutti. Rimane fondamentale, dunque, rivolgersi a specialisti dedicati e adeguatamente formati che possano favorire la messa a frutto dell’esperienza ed eventualmente ritaglino l’intervento su misura delle proprie necessità.

Articolo a cura della dr.ssa Angela Mazza – Centro Psicologia Monza Brianza