Ormai da qualche anno, ogni mese, differenti piattaforme di streaming offrono svariate possibilità di intrattenimento: serie tv, film, eventi sportivi e documentari.
A conclusione di giornata, infatti, potersi sedere sul proprio divano e guardare ciò che si preferisce è sicuramente una tra le soluzioni più diffuse per staccare la spina e rilassarsi.
Di per sé già potersi mettere comodi facilita il relax, ma a ciascuno di noi sarà capitato di sperimentare un benessere di natura differente durante la fruizione di un film, un cartone animato o una docu-serie.
Intrattenimento e benessere
Alcuni filmati hanno un effetto in un certo qual modo ‘terapeutico’, permettendoci di scoprire le nostre emozioni e di viverle entrando in sintonia con esse, portandoci a riflettere su di noi e sugli altri. È come se si innescasse un processo di auto-osservazione che, a sua volta, determinerebbe un incremento della conoscenza di sé e della propria visione del mondo e di coloro che lo abitano.
Lo psicoterapeuta statunitense Gary Solomon ha proposto una terapia psicologica che si fonda proprio sulla visione di film. Nel suo libro The Motion Picture Prescription: Watch This Movie and Call Me in the Morning: 200 Movies to Help You Heal Life’s Problems (1995) afferma che “un film al giorno leva il medico di torno!”.
Film e psicoterapia
Uno degli strumenti dei quali Solomon si è avvalso nella sua pratica clinica è stato prescrivere ai suoi pazienti la visione di alcuni film sostenendo che le pellicole possono far emergere un vissuto emotivo in grado di modificare lo stato psicofisico dell’osservatore, comportando un potenziale beneficio.
Il film diventa quindi uno mezzo per far nascere delle riflessioni: dall’osservazione della pellicola all’osservazione di sé. Immedesimarsi o identificarsi nel protagonista o in uno dei personaggi del film permette di vivere una gamma diversificata di emozioni ed entrare così in contatto con il proprio mondo interiore.
Consigliare la visione di un film è solo uno degli strumenti di cui può disporre lo psicoterapeuta nel percorso di cura. Accanto ad essi vi è la relazione, uno degli elementi cardine che costituisce la psicoterapia. Uno dei film che maggiormente sottolinea l’importanza della relazione è, per esempio, Qualcosa è cambiato di James L. Brook del 1997.
“Qualcosa è cambiato”
Il protagonista, Melvin Udall, è uno scrittore newyorkese di mezz’età solitario, burbero e scontroso, affetto da Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Le azioni che meticolosamente mette in atto mirano a mantenere il controllo sull’ambiente che lo circonda senza lasciare spazio all’imprevedibilità che però un giorno bussa alla sua porta.
Tra gli altri protagonisti troviamo Simon, pittore e vicino di casa di Melvin, e Carol, cameriera del locale dove lo scrittore si reca a mangiare tutti i giorni e madre single di un bambino affetto da una malattia respiratoria.
La vita di Melvin comincia a cambiare e soprattutto lui comincia a cambiare nel momento in cui, complici alcune variazioni di contesto, si trova costretto a confrontarsi con sé stesso e con il mondo esterno in un modo del tutto nuovo rispetto al solito.
Il motore del cambiamento
La ‘rivoluzione’ nella vita dello scrittore è determinata, da una parte, dalla necessità di Simon di poter affidare a qualcuno il proprio cane poiché costretto in un letto d’ospedale e, dall’altra, dal licenziamento di Carol, dettato dall’esigenza di poter assistere il figlio.
La volontà di tornare alla sua quotidianità costringe Melvin a intraprendere una serie di comportamenti e azioni che, se inizialmente avevano lo scopo unico di riappropriarsi della propria routine, nel lungo periodo gli permettono di intraprendere un’importante analisi di sé stesso: come vede le persone e come si relaziona con esse.
Il potere della relazione
Grazie all’intrecciarsi delle nuove dinamiche relazionali con il vicino di casa e la cameriera, Melvin si trasforma. Lo dimostrano le parole che dedica a Carol:
“Mi fai venire voglia di essere un uomo migliore”
Ma forse la vera essenza del film è racchiusa nel dialogo finale tra Melvin e Carol:
“Ho un complimento fantastico da farti. […] Io forse sono l’unica persona sulla faccia della Terra che capisce e apprezza quanto tu sia straordinaria per ogni singola cosa che fai. […]. E il fatto che io lo capisco, mi fa sentire bene. Con me stesso”
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