Curarsi con i libri è la nostra rubrica in cui vi presentiamo i libri che abbiamo letto per noi e per voi e che ci hanno stimolato riflessioni, considerazioni e suggerimenti sui temi che riguardano il nostro lavoro di psicologi psicoterapeuti, la salute mentale e la promozione del benessere psicologico. 

In questo terzo articolo della serie Curarsi con i libri vi presentiamo “Middlesex” di Jeffrey Eugenides. Un romanzo che apre ai temi dell’identità di genere e dell’intersessualità.

Trama

Middlesex è un romanzo dello scrittore statunitense Jeffrey Eugenides. Pubblicato nel 2002, ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa nel 2003.

Middlesex racconta la storia di Calliope Stephanides, poi divenuto Cal, una persona intersessuale che ha vissuto i primi anni della sua vita come bambina fino all’adolescenza, quando ha scoperto la sua doppia natura.

Calliope è nata in una famiglia di origini greche emigrata poi in America ed è la voce narrante che tra le pagine del romanzo ci immerge nella guerra tra greci e turchi degli anni ‘20 e nelle vicende incestuose della famiglia Stephanides. Un viaggio attraverso la trasmissione generazionale della mutazione genetica del 5 cromosoma responsabile della condizione di intersessualità del protagonista.

Un’intrigante lettura che appassiona e incuriosisce, che parla di intersessualità, identità di genere e dà l’opportunità di riflettere sull’importanza di auto-definirsi ed essere artefici di sè stessi.

Identità sessuale

Così come per descrivere un semplice oggetto usiamo più di una dimensione, a maggior ragione per descrivere l’identità sessuale umana avremo bisogno di molteplici dimensioni.

Le dimensioni che si utilizzano per descrivere l’identità sessuale sono (almeno) cinque: il corpo sessuato, il genere, l’identità di genere, l’espressione di genere e l’orientamento sessuale. Ognuna di queste dimensioni è indipendente dalle altre e i profili possibili sono molteplici.

Corpo sessuato e identità di genere

Il romanzo ci dà l’occasione di approfondire il tema dell’intersessualità, ma per farlo dobbiamo prima familiarizzare con due delle dimensioni che descrivono l’identità sessuale: il corpo sessuato e l’identità di genere.

In casi come il mio era imperativo non mostrare dubbi sul sesso del paziente. Non si andava a dire ai genitori di un neonato: «Vostro figlio è un ermafrodito». Si diceva: «Vostra figlia è nata con una clitoride un po’ più sviluppata del normale. Interverremo chirurgicamente per ridimensionarla». Secondo Luce i genitori non erano in grado di affrontare la diagnosi di sesso ambiguo. Bisognava dirgli se avevano avuto un maschio o una femmina

La prima cosa con cui dobbiamo fare i conti leggendo questo libro è che la rappresentazione binaria del corpo uomo/donna è una semplificazione rassicurante ma limitata: esiste infatti una varianza di espressioni geniche che da luogo a condizioni (il plurale è dovuto) di intersessualità.

In secondo luogo, il processo di costruzione dell’identità di genere è influenzato da molteplici fattori e nessuno di questi basta da solo a determinarne la direzione. Il protagonista infatti si imbatte suo malgrado in un medico con una visione troppo semplificata del genere e se ne dovrà difendere:

L’identità di genere viene stabilita molto presto, più o meno all’età di due anni. Il genere è come la lingua madre, non esiste prima della nascita ma viene impresso nel cervello durante l’infanzia per non andarsene mai più. I bambini imparano a parlare “maschile” o “femminile” come imparano a parlare italiano o francese

Il genere

Il genere si riferisce a caratteristiche dipendenti da fattori culturali, sociali, psicologici che definiscono comportamenti considerati tipici per l’uomo e per la donna. Con “identità di genere” ci si riferisce invece al sentire di appartenere intimamente all’uno o l’altro genere.

Per la maggior parte degli individui il corpo sessuato e l’identità di genere coincidono ma per altre persone tale corrispondenza non si realizza: potrebbe essere il caso delle persone intersessuali come il protagonista del libro ed è ciò che si verifica nel caso delle persone transgender.

Transgender

Sebbene possa sembrare scontato, è importante sottolineare che essere transgender non è una psicopatologia, casomai accade che il disagio derivato da questa condizione esponga ad una maggiore incidenza di sofferenza psichica clinicamente significativa.

Intersessualità

Cantami, o diva, del quinto cromosoma la mutazione recessiva!
“Sono nato due volte: bambina, la prima, un giorno di gennaio del 1960, in una Detroit straordinariamente priva di smog, e maschio adolescente, la seconda, nell’agosto del 1974, al pronto soccorso di Petoskey, nel Michigan

Calliope/Cal Stephanides è portatore di una mutazione genetica del 5 cromosoma che, tramandandosi in modo silente tra le generazioni che l’hanno preceduto, si è manifestato alla sua nascita in una condizione di intersessualità.

Le persone intersessuali presentano caratteri sessuali che non rientrano nella tipica classificazione binaria di maschile e femminile. È una condizione biologica che comprende diversi tipi di variazioni fisiche a: cromosomi (come nel caso di Cal), gonadi, assetto ormonale, genitali o caratteri sessuali secondari.

La cura che consiglio per vostra figlia prevede due fasi. Primo: iniezioni di ormoni. Secondo: chirurgia plastica. I trattamenti ormonali svilupperanno il seno e metteranno in risalto le caratteristiche sessuali femminili secondarie
“L’intervento chirurgico farà di Callie la ragazza che sente di essere. Esterno e interno si conformeranno. Sembrerà una ragazza normale

Piano terapeutico

Cal scopre della sua natura solo durante la pubertà e inizia per lui un periodo di esami presso un medico specializzato che esiteranno in un programma terapeutico fatto di ormoni e interventi chirurgici. Questo apre al difficile tema della medicalizzazione, a cui a volte si ricorre anche molto precocemente per adeguare il sesso del bambin* in maschile o femminile. Tali interventi medico-chirurgici apportano modifiche irreversibili al corpo.

Cari mamma e papà, so che state solo cercando di fare ciò che ritenete meglio per me, ma io non credo che qualcuno sappia per certo cosa è meglio

Cal ci porta a riflettere sugli esiti psicologici di queste manovre: sentimenti di abuso, violenza, non appartenenza al sesso scelto da altri e l’importanza di esercitare una scelta e di autodefinirsi.

Minority stress

Le persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+ possono subire il minority stress, ossia lo stress a cui sono esposti individui appartenenti a minoranze stigmatizzate che avvertono disarmonia tra il gruppo di cui fanno parte e la cultura dominante in cui sono inseriti.

Lasciare i genitali allo stato attuale esporrebbe il soggetto a ogni tipo di umiliazione. Pur essendo possibile che l’intervento provochi una perdita parziale o totale della sensibilità erotico-sessuale, il piacere sessuale è solo uno dei fattori che assicurano una vita felice. La possibilità di sposarsi e passare per una donna normale nella società è ancora più importante, e ciò non sarà possibile senza un intervento femminilizzante e una cura ormonale

Per le persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+ il minority stress è legato principalmente allo stigma ed ai pregiudizi, l’aspettativa di essere rifiutati e discriminati, l’omofobia interiorizzata con conseguente svalutazione di sé, le difficoltà familiari, la confusione rispetto alla propria identità di genere o orientamento sessuale e la difficoltà o impossibilità a fare coming-out.

Come gestirlo?

Il minority stress ha conseguenze negative sul benessere psicofisico della persona. Gli studi riportano che le persone queer contrastano il minority stress attraverso la definizione di strutture e valori che esaltano il gruppo. Coesione, solidarietà e senso di appartenenza hanno un ruolo fondamentale nel preservare il benessere psicologico delle minoranze.

Costruzione dell’identità

La voce narrante usa il genere assegnato alla nascita con il quale la identificano gli altri, nel suo caso dopo un esame sommario.

Calliope viene cresciuta come una bambina e non ha motivo di pensare di non esserlo, perciò si identifica come tale ed utilizza sia il genere femminile sia il nome di battesimo. Ciò che conosce delle differenze tra maschi e femmine si limita ai modelli familiari.

Le vicende sociopolitiche che investono la sua famiglia lasciano poco spazio alla bambina per ascoltare le emozioni ed il corpo. In adolescenza apprenderà rudimenti di anatomia dai graffiti nei bagni della scuola e inizierà ad esplorare il suo corpo e i suoi sentimenti: parte da qui il faticoso viaggio di costruzione di un’identità che non può beneficiare di modelli e rappresentazione nei prodotti della cultura del suo tempo.

Approderà ad un dizionario rilegato in pelle nella Public Library di New York, un tomo solenne e investito di autorevolezza. Tra quelle pagine, di rimando in rimando troverà le parole “eunuco”, “ermafrodito” e poi la sentenza definitiva: “mostro”.

Eccola li, in bianco e nero: “mostro”, in un logoro dizionario della biblioteca di una grande città. Un vecchio libro venerabile, grosso e pesante come una lapide, con pagine ingiallite che portavano i segni lasciati dalle moltitudini che le avevano sfogliate prima di me. Era ancora lì. Non s’era mossa. Non era scritta sulla parete del vecchio bagno della Baker & Inglis. Nel Webster c’erano graffiti d’altro genere. Il sinonimo era ufficiale, autorevole; era il verdetto, il giudizio che la cultura dava a una persona come me. Mostro 

Trovare le parole

Fortunatamente la storia non finisce qui perché quel vecchio libro venerabile non contiene una verità assoluta. Cal scoprirà presto un mondo molto più vario di quello che si era immaginato e troverà nuove parole con le quali parlare di se stesso con rispetto e orgoglio.

Il vento soffiava la neve dura sulla mia faccia bizantina che era quella di mio nonno e della ragazza americana che ero stata

Hanno letto per voi – e presentato il 17 Marzo 2023 in un incontro alla Biblioteca di Viale Zara 100, nel Municipio 2 di Milano – “Middlesex” di Jeffrey Eugenides Erica Crespi e Sophia Nicolosi del Centro Psicologia Maggiolina e del Centro Psicologia Città Studi. Seguiteci su Facebook e Instagram per i nuovi appuntamenti di “Curarsi con i libri” presso la Biblioteca.

Articolo a cura di Sophia Nicolosi e Erica Crespi.